
Bonus ristrutturazioni 2025: come funziona e come ottenere gli incentivi:
Se hai in mente di ristrutturare casa nel 2025, è bene che tu sappia che sono state introdotte delle novità rilevanti rispetto all’anno passato.
La nuova legge di bilancio, infatti, ha dato il via ad alcuni importanti cambiamenti che in ambito di abitazioni hanno comportato delle distinzioni ben precise.
Le nuove condizioni da rispettare comporteranno alcuni miglioramenti in determinati casi e in altre situazioni, invece, delle complicazioni.
Che cosa dice la legge? Con quali modalità si potranno ottenere le detrazioni fiscali e soprattutto quali sono gli incentivi previsti per gli interventi di ristrutturazione quest’anno?
Ecco tutto ciò che devi sapere!
Bonus ristrutturazioni 2025: partiamo dalle basi:
Per cominciare a parlare di bonus ristrutturazioni è importante approfondire alcuni aspetti basilari per non essere impreparati. Innanzitutto chiarire di che tipo di bonus stiamo parlando, che cosa riguarda e chi può usufruirne.
In seguito vedremo insieme le modalità di funzionamento delle varie agevolazioni.
Che cos’è il bonus ristrutturazioni 2025?
Si tratta di un’agevolazione fiscale dedicata a chi effettua interventi di manutenzione, recupero e miglioramento su abitazioni private o parti comuni di edifici residenziali.
L’obiettivo del bonus è quello di incentivare la riqualificazione del patrimonio immobiliare in Italia.
Chi può usufruirne?
Possono usufruire dei vantaggi derivanti dal bonus ristrutturazioni 2025 tutti i contribuenti assoggettati a IRPEF, a condizione che posseggano o detengano, sulla base di un titolo idoneo, l’immobile su cui verrà poi effettuato l’intervento e a condizione che ne sostengano le spese.
L’elenco dei soggetti aventi diritto comprende dunque:
- I proprietari dell’immobile
- I titolari di diritti di godimento come per esempio l’usufrutto, l’uso, il diritto all’abitazione ecc.
- I locatari o comodatari
- I soci di cooperative
- Gli imprenditori individuali, nel caso di ristrutturazioni su immobili non classificati come beni strumentali o merce
- I familiari conviventi del possessore o detentore dell’immobile
Quali sono gli interventi per i quali si può usufruire del bonus ristrutturazione?<
Gli interventi di ristrutturazione per i quali è possibile ottenere delle detrazioni fiscali sono diversi e includono principalmente le seguenti categorie di lavori:
- Manutenzione straordinaria
- Restauro e risanamento conservativo
- Ristrutturazione edilizia
- Manutenzione ordinaria
Più nello specifico e comprendendo alcuni esempi oltre a quelli sopracitati, sono ammessi anche interventi di:
- Ricostruzione a seguito di eventi di calamità naturali, come un grave terremoto ed interventi effettuati in prevenzione, tramite l’adozione di misure antisismiche
- Eliminazione di barriere architettoniche
- Prevenzione da atti illeciti, come per esempio l’installazione di telecamere
- Cablatura e interventi di riduzione dell’inquinamento acustico
- Di riduzione dei consumi energetici
- Bonifica dall’amianto e in generale opere per evitare infortuni domestici

Distinzioni per poter usufruire del bonus ristrutturazioni 2025:
Per comprendere come utilizzare correttamente il bonus ristrutturazioni di quest’anno, un’altra premessa importante da fare riguarda un’importante distinzione, ovvero quella tra abitazione principale e prima casa.
Infatti, come vedremo, sia l’abitazione principale che quella secondaria sono oggetto di diritto riguardo all’applicabilità del bonus, ma con aliquote e incentivi differenti a seconda dei due casi.
Inoltre, esistono alcune precisazioni e concetti che bisogna assimilare per evitare di essere esclusi dagli incentivi che lo Stato ci riserva.
Ecco quindi una prima distinzione da fare: tra abitazione principale e prima casa.
Cosa si intende per abitazione principale?
Per definizione, si intende abitazione principale l’immobile iscritto o iscrivibile al catasto edilizio urbano, come unica unità immobiliare nella quale il possessore dimora abitualmente e risiede anagraficamente.
Si tratta dunque dell’abitazione dove il contribuente e i suoi familiari dimorano abitualmente.
Per poter rientrare nel concetto di abitazione principale e dunque godere degli incentivi maggiorati del bonus ristrutturazioni 2025, dunque, la casa sulla quale sono effettuati gli interventi deve soddisfatte 3 condizioni:
Il contribuente deve avere un titolo di possesso o di proprietà sull’immobile: deve esserne proprietario o deve godere di un diritto reale (per esempio usufrutto o diritto di abitazione)
La residenza ufficiale del contribuente deve essere all’interno di quell’immobile
L’immobile deve essere abitato e utilizzato dal contribuente come luogo di abitazione stabile e continuativa
Differenza tra prima casa e abitazione principale:
La seconda distinzione da fare è quella tra abitazione principale e prima casa. Non bisogna confondere il concetto di prima casa con quello di abitazione principale perchè:
La prima casa potrebbe non coincidere con l’abitazione principale, questo perché l’individuo può possedere una prima casa, ma dimorare abitualmente in un altro immobile. In questo caso, la prima casa non darà diritto al bonus ristrutturazione e di conseguenza l’accesso alle agevolazioni fiscali con aliquote maggiorate non sarà concesso.
Non è necessario risiedere in una prima casa, mentre per l’abitazione principale, per poter rientrare nelle condizioni di attivazione del bonus, è obbligatorio rispettare le condizioni di abitazione abituale e continuativa, come abbiamo visto.
Tutte le novità del bonus ristrutturazioni 2025:
Avendo introdotto tutti gli argomenti preliminari, possiamo ora dedicarci al contenuto del bonus ristrutturazioni di quest’anno.
Quali sono le novità introdotte dalla legge di bilancio del 2025 per il bonus ristrutturazione? Rispetto al 2024, cosa cambia?
Con la nuova legge sono stati prorogati tutti i bonus precedenti, ad esclusione del bonus verde, ma con delle novità. Vediamo insieme cosa è rimasto invariato, quali sono i cambiamenti e i vantaggi e svantaggi che ne derivano.
Le percentuali di detrazione fiscale:
Una prima novità riguarda la diminuzione delle aliquote di detrazione, ed è proprio qui che rientrano le distinzioni tra abitazione principale e prima casa, ma anche tra abitazione principale e secondaria:
Solo per le abitazioni principali l’aliquota è, come abbiamo accennato, maggiorata ed è pari al 50%.
Per tutte le altre abitazioni, diverse da quella principale, l’aliquota scende al 36%
La percentuale del 50% è rimasta invariata rispetto al 2024, ma si tratta in ogni caso di una notizia positiva per i possessori di abitazioni principali, perché questo vuol dire che per loro è possibile recuperare ben la metà delle spese effettuate per i lavori di ristrutturazione.
La notizia ricade invece negativamente sui possessori di seconde case che, rispetto all’anno passato, vedono un calo delle spese detraibili. Il caso riguarda per esempio le case al mare o in montagna, ma anche semplicemente tutte quelle abitazioni che non fungono da dimora abituale del contribuente.
Si tratta di un importante cambiamento rispetto al 2024, dove sia che si intendesse ristrutturare una casa che fosse prima casa o seconda casa, era possibile sempre recuperare il 50% delle spese. Nel 2025 invece questa percentuale viene mantenuta solo per le abitazioni principali e per tutti i casi restanti cala al 36%.
Questa importante distinzione mirata a ridurre i bonus edilizi sembra rispondere all’esigenza di riequilibrare i fondi delle casse dello Stato, data la grande fruizione del bonus ristrutturazioni del 2024.
In entrambi i casi:
La percentuale indicata è da applicare a tutte le spese sostenute per interventi di ristrutturazione nell’anno 2025, da parte di titolari di diritti di proprietà o di diritto reale di godimento.
Le detrazioni saranno ripartite in 10 quote annuali di pari importo, dunque recuperate direttamente dai propri redditi.
Non è più possibile utilizzare né lo sconto in fattura, né la cessione del credito.
Inoltre, dall’1 gennaio 2025 non saranno più detraibili le spese per la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con caldaie uniche alimentate a combustibili fossili.
Il tetto di spesa massimo annuo:
Un’altra notizia positiva riguarda il tetto di spesa, ovvero il massimo che si può spendere per la ristrutturazione della casa.
Sarà poi proprio a questo totale di spesa che si applicheranno le aliquote di detrazione viste finora.
La buona notizia è la riconferma del tetto massimo di spesa a 96.000, come nel 2024.
Il dato è rimasto invariato, ma non era scontato che fosse così; infatti, assistendo ad un calo delle aliquote di detrazione al 36% per le seconde case, si pensava che anche il massimo spendibile sarebbe stato dimezzato a 48.000 euro.
Quindi il massimo spendibile per una ristrutturazione nel 2025 è di 96.000, invariato rispetto al 2024; poi di questa cifra, in dichiarazione dei redditi, si potrà recuperare il 50% per le abitazioni principali e il 36% per tutti gli altri casi.
Il limite di spesa annuo è da intendersi per ogni unità immobiliare.
Se per il bonus ristrutturazioni sono state mantenute le spese massime detraibili a 96.000 euro, per gli ecobonus invece variano in base alla tipologia di intervento, ad esempio:
Per quanto riguarda la sostituzione dell’impianto di climatizzazione o riscaldamento il massimale detraibile è di 30.000 euro.
Per la sostituzione degli infissi e la coibentazione dell’involucro opaco (il cappotto) la spesa massima detraibile è di 60.000 euro.
Ulteriori limitazioni:
Esistono altre limitazioni alle detrazioni fiscali di cui è bene tenere conto, sia che si ristrutturi un’abitazione principale che una seconda casa.
Mentre fino al 2024 l’unica regola da rispettare era la capienza fiscale (bisognava avere capienza fiscale per poter sostenere le spese di ristrutturazione ed avere accesso al bonus), ora nel 2025 ci sarà un ulteriore limite alle detrazioni.
Questo limite è variabile rispetto a diversi valori, come il reddito e la situazione familiare. Per tutti coloro il cui reddito annuo sia superiore a 75.000 euro, il recupero fiscale varia in base alle altre eventuali detrazioni presentate durante la dichiarazione dei redditi, come per esempio le spese veterinarie e tutte quelle spese che normalmente si inseriscono in dichiarazione dei redditi, escluse le spese mediche personali.
Attenzione dunque al limite alle detrazioni che impone la legge, perché superando una determinata soglia è possibile che le detrazioni previste dal bonus ristrutturazioni non vengano applicate.
Bonus mobili:
Anche il bonus mobili, destinato ad essere eliminato, è stato invece prorogato anche per l’anno 2025 e senza modifiche rispetto al 2024.
La percentuale di detrazione resta al 50%, dunque una notizia positiva, perché prevede un recupero della metà delle spese con un limite massimo di 5000 euro.
Il bonus mobili, è importante specificarlo, non è un bonus a sé stante, ma è subordinato ai lavori di ristrutturazione. Si può beneficiare del bonus mobili ad effettiva ristrutturazione avvenuta precedentemente o durante i lavori.
Come attivare correttamente il bonus ristrutturazioni 2025:
Il bonus ristrutturazioni si attiva seguendo una specifica procedura che deve seguire determinate condizioni. Per usufruire del bonus e ottenere gli incentivi previsti è necessario:
Eseguire i lavori di ristrutturazione, affidandosi a professionisti abilitati come architetti e geometri
Conservare e presentare tutte le fatture e i bonifici bancari o postali relativi alle spese sostenute.
Inserire le spese nella dichiarazione dei redditi annuale tramite modello 730 indicando l’importo delle spese sostenute e la relativa detrazione.
Per gli interventi che comportano un risparmio energetico, è obbligatorio inviare una comunicazione all’ENEA entro 90 giorni dalla fine dei lavori.
Come bisogna pagare gli interventi per poter usufruire del bonus?
Il pagamento di ogni intervento di ristrutturazione deve avvenire tramite un movimento tracciabile, dunque con un bonifico bancario o postale detto “parlante”.
Questo significa che deve essere eseguito rispettando alcuni requisiti, ovvero:
La causale del versamento deve essere chiara. Da essa si deve capire chiaramente che il pagamento è stato effettuato per interventi di recupero del patrimonio edilizio che danno diritto alla detrazione. Nel caso di errore di compilazione, solo in caso di interventi per la riqualificazione energetica, la detrazione è conosciuta in ogni caso, senza dover effettuare particolari adempimenti.
Dev’essere indicato il codice fiscale del beneficiario della detrazione, che può essere anche diverso da chi ha pagato fisicamente (ovvero l’ordinante del bonifico)
Deve essere inserito anche il numero di partita iva o il codice fiscale del soggetto a favore del quale il bonifico è effettuato (ad esempio il tecnico).
Documenti da conservare:
In caso di controllo è sempre importante conservare degli specifici documenti che attestino e giustifichino il proprio diritto ad usufruire del bonus:
Titoli edilizi
Domanda di accatastamento, se l’immobile non è ancora censito
Ricevute di pagamento dell’IMU, se dovuta
Dichiarazione di consenso all’esecuzione dei lavori resa dal possessore dell’immobile, in caso di interventi effettuati dal detentore dell’immobile, se diverso da familiari conviventi
Tutte le fatture e le ricevute fiscali delle spese sostenute
Tutte le ricevute dei bonifici di pagamento
In alcuni casi, per alcuni interventi che comportano il risparmio energetico e/o utilizzo di fonti rinnovabili, occorre, come abbiamo accennato, comunicare i dati in via telematica all’ENEA, entro 90 giorni dalla data di ultimazione dei lavori. La mancata o tardiva comunicazione non determina in ogni caso la perdita di diritto alle detrazioni.

Previsioni bonus ristrutturazioni per l’anno 2026/2027: cosa potrebbe cambiare rispetto al 2025?
Pur non trattandosi di vere e proprie misure consolidate, la legge di bilancio ha fornito alcune indicazioni sul bonus ristrutturazioni anche per il futuro.
La prima indicazione riguarda ulteriori tagli alle aliquote:
Per le abitazioni principali, l’aliquota scenderà al 36% per le spese sostenute negli anni 2026/2027, sempre da parte di titolari di diritti di proprietà o diritto reale di godimento
Per le abitazioni diverse da quella principale, l’aliquota scenderà al 30%
In entrambi il limite di spesa massima ammissibile dovrebbe rimanere invariato, ovvero pari a 96.000 euro per ogni unità immobiliare. Le detrazioni saranno sempre ripartite in 10 rate di pari importo.
Per quanto riguarda il bonus mobili sembrerebbe che dal 2026 in poi questo bonus non esisterà più.